Glossario Social 2025 tutte le parole che devi conoscere e come usarle
Se ti sei mai ritrovato davanti a parole come engagement rate, funnel o CTR chiedendoti se per caso fossero incantesimi di Harry Potter… tranquillo, sei in buona compagnia.
Il mondo del digital marketing e dei social media può apparire, soprattutto all’inizio, come un intricato intreccio di termini tecnici, sigle misteriose e acronimi che più che spiegare… confondono.
Ma, come in ogni viaggio, la chiave per arrivare alla destinazione è capire da dove partire e come orientarsi lungo la strada.
Se stai cercando di entrare nel mondo del marketing digitale, di fare un passo in più nella tua presenza sui social o semplicemente di affrontare le sfide della comunicazione online con maggiore consapevolezza, questo glossario è qui proprio per te.
Il marketing digitale non è più un campo solo per esperti: è diventato un terreno di gioco fondamentale per qualsiasi attività, grande o piccola.
Nell’era in cui i social media sono protagonisti, comprendere il linguaggio del web è fondamentale per emergere, comunicare con efficacia e raggiungere i propri obiettivi.
Eppure, tra tutti questi termini, può sembrare difficile capire da dove cominciare.
Questo Glossario Social 2025 nasce proprio con l’intento di fare chiarezza, abbattendo il muro di incomprensioni che spesso separa il marketing digitale dalle persone che vogliono sfruttarlo nel miglior modo possibile.
Non devi essere un esperto o un professionista per apprendere e applicare questi concetti.
Anzi, è proprio attraverso una comprensione semplice e diretta che riuscirai a prendere in mano la tua comunicazione digitale e a usarla con sicurezza.
Pronto? Si parte!
Engagement: L’arte di coinvolgere
Quando si parla di engagement, si fa riferimento a tutte quelle azioni che le persone compiono sui tuoi contenuti: mettere un like, lasciare un commento, condividere un post, salvare una foto, rispondere a un sondaggio nelle stories, cliccare su un link o visualizzare un video fino alla fine.
In altre parole, l’engagement misura quanto le persone si interessano attivamente a ciò che pubblichi.
Non si tratta solo di “quanti ti vedono”, ma di quanti si fermano, partecipano e interagiscono.
Immagina i tuoi contenuti come vetrine di un negozio.
La reach (di cui parleremo tra poco) ti dice quante persone sono passate davanti.
Ma l’engagement ti mostra quante si sono fermate, sono entrate, hanno chiesto informazioni o provato un prodotto.
E, soprattutto, quante ci tornerebbero volentieri.
Reach: Quante persone stai davvero raggiungendo?
La reach, ovvero la copertura, indica quante persone diverse hanno visto uno dei tuoi contenuti almeno una volta.
È un dato che ti mostra l’effettiva ampiezza del tuo pubblico, considerando ogni utente una sola volta, indipendentemente da quante volte ha visualizzato il contenuto.
Se pubblichi un post su Instagram, ad esempio, la reach ti dice quante persone diverse lo hanno visualizzato almeno una volta.
Spesso viene confusa con un altro termine molto usato: impression.
La differenza è sottile ma fondamentale.
Le impression indicano il numero totale di volte in cui un contenuto è stato visualizzato, anche se si tratta di ripetizioni davanti agli stessi utenti.
La reach, invece, conta solo le persone, una volta sola per ciascuna.
Perché è importante conoscere la tua reach?
Sapere quante persone stanno effettivamente vedendo i tuoi contenuti è come sapere quante persone passano davanti alla vetrina del tuo negozio.
Se il numero fosse basso, potresti avere un problema di visibilità: magari stai pubblicando nel momento sbagliato, con contenuti poco interessanti o usando hashtag poco efficaci.
Una reach bassa è il primo segnale che qualcosa nella tua strategia di comunicazione va rivisto. Non importa quanto bello o curato sia il tuo post, se nessuno lo vede.
Al contrario, se la reach cresce nel tempo, è un segno che stai andando nella direzione giusta: più occhi sul tuo contenuto = più opportunità di interazione e conversione.
Per aumentare la tua reach organica (cioè quella non a pagamento), prova a:
- Condividere i tuoi contenuti quando i tuoi follower sono maggiormente presenti online.
- Sperimentare diversi formati (i reel, ad esempio, al momento funzionano molto bene).
- Usare hashtag rilevanti per il tuo contenuto, evitando quelli troppo generici o abusati.
- Collaborare con altri profili per allargare la tua visibilità.
CTA – Call To Action: guida le persone a fare il prossimo passo
Hai mai letto un post che ti è piaciuto ma non sapevi bene cosa fare dopo? Ecco dove entra in gioco la CTA, che sta per Call To Action, ovvero “chiamata all’azione”.
Si tratta di una frase o un messaggio che invita chi ti segue a compiere una determinata azione.
Può essere semplice come “Scopri di più”, “Clicca sul link in bio”, “Scrivici per informazioni”, oppure anche “Lascia un like! ”.
Una buona CTA dà una direzione, suggerisce cosa fare dopo aver visto un contenuto e guida l’utente lungo un percorso ben pensato.
È come dire: “Se ti è piaciuto questo, ecco il prossimo passo”.
Ma perché è tanto importante?
Perché le persone hanno bisogno di una spinta.
Anche se sono interessate, raramente agiscono da sole.
Una CTA efficace può trasformare un semplice spettatore in un follower, un contatto o un cliente.
Senza CTA, rischi che il tuo contenuto resti fine a sé stesso: magari piace, ma non porta a nulla di concreto.
Nel mondo Social dove tutto è veloce e pieno di stimoli, ogni occasione per coinvolgere l’utente va sfruttata.
Ecco cosa puoi fare per guidare le persone a compiere un’azione sui tuoi post:
- Posiziona la CTA in modo visibile e naturale (alla fine di un post, nelle stories, nei video).
- Adatta il tono della CTA al tuo stile: puoi essere formale (“Compila il modulo”) o più friendly (“Scrivici in DM, siamo curiosi!”).
- Non usare sempre la stessa: varia in base all’obiettivo del contenuto.
Funnel : Il viaggio da “sconosciuto” a “cliente”
Il termine “funnel” – che in inglese significa “imbuto” – viene spesso utilizzato nel marketing per descrivere il percorso che una persona compie da quando scopre un brand fino a quando decide di fare un acquisto, diventando a tutti gli effetti un cliente.
Ma non finisce lì: un funnel ben costruito include anche la fase successiva, quella in cui il cliente soddisfatto continua a seguirti, acquista di nuovo e magari ti consiglia ad altri.
Più che un concetto tecnico, si tratta di una vera e propria mappa del comportamento umano online, che segue una logica molto naturale.
Pensaci: ogni volta che scegli di comprare un prodotto o prenotare un servizio, non lo fai di colpo.
Passi prima attraverso una serie di momenti, anche se non sempre te ne rendi conto.
Il primo passo è la consapevolezza. In questa fase, l’utente scopre l’esistenza del tuo brand.
Magari vede un tuo post su Instagram, ti trova cercando qualcosa su Google o sente parlare di te grazie al passaparola.
A quel punto, se qualcosa attira la sua attenzione, nasce l’interesse: inizia a seguirti, guarda cosa fai, visita il tuo sito, esplora i tuoi contenuti.
È incuriosito, ma ancora non è pronto a fidarsi o a comprare.
Se continua a trovarti interessante, entra nella fase della valutazione.
Qui inizia a confrontarti con altre realtà simili, legge le recensioni, cerca dettagli sui tuoi servizi o prodotti, valuta se il tuo stile, la tua offerta e i tuoi valori sono davvero ciò che fa per lui.
È il momento in cui si fanno domande e si cercano conferme.
Se tutto fila liscio, si arriva alla conversione, ovvero l’azione che desideravi: l’utente ti scrive, si iscrive alla tua newsletter, compila un form, acquista un prodotto.
Ma la relazione non dovrebbe finire qui.
Se l’esperienza è stata positiva, entra in gioco la fase della fidelizzazione.
Il cliente soddisfatto inizia a seguirti con costanza, interagisce, acquista di nuovo e – cosa più importante – può diventare un tuo promotore spontaneo, consigliandoti ad altri.
Quando si comunica sui social o online, è importante capire in che fase del viaggio si trova il tuo pubblico: questo ti permette di creare contenuti più efficaci, rilevanti e rispettosi dei tempi di chi ti sta conoscendo.
Pensare al funnel è come pensare a un viaggio: non si inizia mai dalla destinazione, ma dal primo passo.
E ogni passo va accompagnato con il messaggio giusto.
CTR, CPC, ROI… E le altre sigle da non ignorare
Se ti stai avvicinando al mondo del digital marketing, è probabile che tu abbia già incontrato alcune sigle misteriose come CTR, CPC o ROI.
All’inizio possono sembrare codici segreti riservati agli addetti ai lavori, ma in realtà sono indicatori fondamentali che ti aiutano a capire se quello che stai facendo online sta funzionando oppure no.
Pensale come strumenti di bordo di una macchina: ti dicono quanto stai consumando, quanto stai guadagnando, e quanto stai andando lontano. Vediamole una per una, in modo chiaro e con esempi concreti.
CTR – Click Through Rate
Il CTR, o Click Through Rate, misura quante persone hanno cliccato su un link rispetto a quante lo hanno visto. In termini pratici, se pubblichi un annuncio che viene visto da 1.000 persone e 50 cliccano, il tuo CTR sarà del 5%.
È un indicatore importantissimo per capire quanto è efficace il tuo messaggio.
Un CTR alto significa che il tuo contenuto è riuscito a catturare l’attenzione e ha spinto le persone ad agire.
Al contrario, un CTR basso può segnalare che forse il titolo non era interessante, l’immagine poco coinvolgente o il pubblico non era quello giusto.
Immagina di mettere un cartello fuori dal tuo negozio: il CTR ti dice quante persone si sono fermate a entrare dopo averlo letto.
CPC – Cost Per Click
Il CPC, cioè Cost Per Click, indica quanto ti costa ogni singolo click in una campagna pubblicitaria a pagamento.
È la cifra che spendi ogni volta che qualcuno clicca sul tuo annuncio.
Se ad esempio hai investito 100 euro in una campagna su Facebook e hai ottenuto 200 click, il tuo CPC sarà di 0,50 €.
Questo dato è fondamentale per valutare se stai spendendo bene il tuo budget.
Un CPC molto alto potrebbe indicare che stai pagando troppo per ottenere risultati, mentre un CPC più basso – se accompagnato da click di qualità – è segno che stai lavorando in modo efficiente.
Un buon CPC, però, non basta da solo: bisogna sempre confrontarlo con cosa succede dopo il click.
CPA – Cost Per Acquisition
Il CPA, ovvero Cost Per Acquisition, va un passo oltre: ti dice quanto stai pagando per ottenere una vera e propria azione concreta, come una vendita, un’iscrizione a una newsletter, la compilazione di un form di contatto.
È un dato ancora più prezioso del CPC, perché non ti interessa solo far cliccare le persone… ma che quelle persone facciano davvero qualcosa di utile per te.
Facciamo un esempio: hai speso 500 euro in una campagna pubblicitaria e da quella campagna hai ottenuto 25 clienti. Il tuo CPA sarà di 20 €.
Questo ti permette di valutare in modo molto preciso quanto ti costa acquisire un nuovo cliente, e se il gioco vale la candela.
ROI – Return On Investment
Il ROI, Return On Investment, è la vera cartina tornasole della tua strategia digitale.
Indica il ritorno sull’investimento, ovvero quanto hai guadagnato rispetto a quanto hai speso.
Per calcolarlo, si prende il guadagno ottenuto, si sottrae la spesa sostenuta e si divide per la spesa stessa.
Facile? Più o meno.
Facciamo un esempio: hai investito 1.000 euro in una campagna e hai guadagnato 3.000 euro in vendite.
Il tuo ROI sarà del 200% (cioè hai triplicato l’investimento).
Il ROI ti aiuta a capire se i tuoi sforzi – in termini di tempo, energia e denaro – stanno portando frutto.
Un ROI positivo significa che stai guadagnando.
Se è negativo, significa che qualcosa va aggiustato: magari stai spendendo troppo, o magari stai attirando il pubblico sbagliato.
Cosa ti dicono questi numeri?
CTR, CPC, CPA e ROI sono i tuoi strumenti per leggere la realtà digitale.
Ti danno dati oggettivi su cui basare le tue decisioni. Senza queste informazioni, rischi di andare a intuito, sprecando tempo e budget.
Monitorare queste metriche con costanza ti aiuta a capire cosa sta funzionando, cosa va migliorato e dove conviene investire.
Anche se all’inizio possono sembrare complicate, non lasciarti spaventare: con un po’ di pratica diventano alleate preziose per costruire strategie sempre più efficaci.
Conclusioni: parla il linguaggio del digitale
Conoscere questi termini non serve solo a “fare bella figura”: ti permette di comunicare meglio con chi gestisce il tuo marketing, di capire le strategie e soprattutto di ottenere risultati concreti.
Il digitale non è una scienza misteriosa né un territorio esclusivo per pochi eletti.
Al contrario, è uno strumento potente, che, se usato correttamente, può fare davvero la differenza per il tuo business.
Se impari a interpretare i numeri e a gestire le tue campagne in modo consapevole, vedrai i frutti di un lavoro ben fatto.
Ora che hai le chiavi per decifrare i principali concetti del social marketing, sei pronto a fare un salto di qualità.
E se ti senti ancora un po’ insicuro su come applicare queste nozioni alla tua attività, non preoccuparti: è normale.
Ogni business è unico, e una strategia ben pensata deve essere su misura per le tue esigenze.
Se vuoi fare il prossimo passo e costruire una strategia social efficace che davvero faccia crescere la tua azienda, non esitare a contattarci.
Siamo qui per aiutarti a creare contenuti strategici, ottimizzare le tue campagne e portare il tuo brand a nuove vette.
Inizia oggi stesso a parlare il linguaggio del digitale con più consapevolezza.
Insieme possiamo costruire una strategia che risponda alle tue ambizioni e ai tuoi obiettivi.
Contattaci per una consulenza personalizzata e scopri come possiamo aiutarti a ottenere risultati tangibili sui social.
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